Vaccinazioni e malattie in Africa meridionale

L’Africa ha un grande fascino, ma evoca spesso paure legate anche alla presenza di malattie che in Europa non ci sono più. Qui di seguito la dottoressa Silvia Bignamini, medico specialista in igiene e medicina preventiva, che vive e lavora in Mozambico, ci spiega quali sono le vaccinazioni normalmente consigliate; Silvia ha poi approfondito per noi le malattie più diffuse in quest’area. 

Vaccinazioni obbligatorie

Al momento per entrare in Sudafrica, Namibia, Mozambico o Botswana non ci vaccinazioni obbligatorie per i viaggiatori italiani.

Vaccinazioni consigliate

L’ambulatorio vaccinazioni internazionali del servizio sanitario nazionale, oltre a dare informazioni sulla situazione della malaria in ciascun paese, può suggerire cosa fare contro:

  • epatite A: esiste un vaccino in due dosi, per essere coperti tutta la vita;
  • tifo (che come l’epatite A è un’infezione a trasmissione alimentare): esistono due tipi di vaccini, per via orale (3 pillole da prendere a giorni alterni) con protezione di 1-2 anni o iniettabile (una dose) con durata di 3 anni;
  • tetano: va verificato se la vaccinazione è ancora valida, ossia se fatta negli ultimi 10;
  • epatite B: in Italia sono vaccinati tutti i nati dal 1991; per gli altri è possibile fare il vaccino a qualsiasi età (si tratta di 3 dosi). Esiste anche la possibilità di fare un vaccino combinato epatite A e B;
  • febbre gialla: è richiesta solo nei Paesi della fascia centrale del continente africano, dove è endemica; bisogna fare attenzione agli scali, perché il certificato di vaccinazione potrebbe essere richiesto anche per il solo transito. Nel dubbio, vale la pena fare il vaccino in dose unica che dura ormai per tutta la vita, secondo le ultime indicazioni dell’OMS.

Occorre prendere appuntamento presso le strutture pubbliche di riferimento qualche settimana prima della partenza.

Malattie che si possono contrarre in Africa meridionale

HIV

L’HIV e le altre infezioni trasmesse per via sessuale dipendono dal comportamento individuale. Va prevenuto con l’uso dei preservativo in caso di rapporti occasionali e limitando il numero di partner sessuali.
Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite specializzata in AIDS (UNAIDS), la popolazione adulta del Mozambico è per il 12% affetta da HIV, mentre quella del Sudafrica ne è affetta per il 18%. Per avere un termine di paragone, in Italia la percentuale è dello 0.3%.
In caso di emergenza e necessità di trasfusioni, va tenuto conto del rischio di trasmissione di infezioni come HIV, epatite B e C. Se possibile, conviene ricevere trasfusioni nelle cliniche sudafricane dove ci sono maggiori controlli.

Tubercolosi

Per contrarre la tubercolosi in assenza di malattie del sistema immunitario, occorre frequentare per molte ore al giorno e per molti giorni persone con l’infezione, in luoghi chiusi e poco ventilati. Per un viaggiatore questa circostanza è praticamente nulla.
Secondo l’ultimo report dell’OMS del 2017, Mozambico e Sudafrica sono tra i 30 paesi al mondo con la più alta prevalenza di tubercolosi. Dopo due settimane di trattamento farmacologico regolare non c’e’ rischio di contagio; i farmaci devono essere continuati per almeno sei mesi. Circa la metà dei casi stimati nei due paesi non sono diagnosticati o diagnosticati tardi. Più del 50% delle persone con tubercolosi sono anche HIV positive.

Altre malattie

Per i viaggiatori il rischio sanitario più alto è legato al cibo, con possibili diarree e crampi addominali normalmente risolvibili in un paio di giorni. Casi più gravi sono rari e normalmente richiedono l’ospedalizzazione solo se esistono segni di disidratazione: ad esempio se la persona vomita e non riesce a trattenere i liquidi o fa molto caldo oppure nel caso di bambini, che sono i soggetti più a rischio.
È buona norma:

  • bere solo acqua in bottiglia: verificare che non sia stata riempita – di solito il tappo è coperto da una plastica per indicare che non è stata aperta – oppure bollire l’acqua prima di berla (in Mozambico);
  • evitare insalata, pomodori e altre verdure crude, a meno di averle viste lavare con cura e con disinfettanti alimentari. In generale, non ci sono rischi con cibi cotti e mangiati caldi.
  • mangiare carne ben cotta; occorre tenere presente che spesso in Mozambico la carne può venire congelata e scongelata più volte prima di essere consumata, questo può provocare lievi crampi e diarrea che si risolvono in 24/48 ore;
  • avere con sé dei sali minerali da assumere in caso di diarrea.

Donne durante la gravidanza e con bambini in viaggio

Secondo l’OMS, le donne gravide e i bambini piccoli dovrebbero evitare viaggi in luoghi a rischio di malaria, sia per le conseguenze più gravi, sia perché non tutti i farmaci raccomandati per profilassi e trattamento possono essere usati.

Silvia-Bignamini

Silvia Bignamini

è medico specialista in igiene e medicina preventiva. Lavora e vive in Mozambico da 9 anni con suo marito e 2 figli.