Mafalala è il quartiere di Maputo e l’anima pulsante del Mozambico, è uno dei più antichi, è luogo di identità ed orgoglio nazionale. E’il barrio di Maputo, il quartiere nero della città dalle case di lamiera e legno. Quello al di là del quale i sui abitanti non potevano sconfinare, se non presentando un documento di identità, che in pratica attestava la loro portoghesità. Era, durante il colonialismo, una township alla maniera sudafricana, luogo di segregazione razziale e netta separazione dalla parte bianca della città. È ancora oggi multiculturalismo, coacervo di tribù di origine Bantu, provenienti da tutto il Mozambico, ma anche dall’estero (soprattutto Zanzibar e isole Comore). È presente inoltre una grossa comunità musulmana, che si concentra intorno alla moschea.
L’avanguardia culturale anni ’40 e il movimento indipendentista
A Mafalala è nato il movimento indipendentista: si incontravano infatti in segreto Samora Machel, il primo presidente mozambicano, Joaquim Chissano e Pascoal Mocumbi, appartenenti al FRELIMO, il movimento di liberazione: loro erano e sono considerati eroi nazionali. Ma si sa, la lotta ha sempre profonde radici culturali. Senza consapevolezza non può esserci rivendicazione: è grazie a persone simbolo quali il giornalista Josè Craveirinha o la poetessa Noemia de Sousa, nati e cresciuti a Mafalala, che negli anni ’40 si è creato uno spirito identitario tutto mozambicano. Spirito che ha gettato i semi delle battaglie degli anni successivi.
La Marrabenta
Ma oltre alle parole, anche la musica ha cimentato gli animi: a Mafalala è nata la Marrabenta, una musica tutta africana influenzata dai ritmi folk portoghesi. Il suo nome deriva dalla parola in dialetto arrabentar che significa rompere e si riferisce agli strumenti poveri e di materiale fragile che venivano suonati in maniera tanto energica finché non si arrivava alla rottura.
Cos’è IVERCA?
È grazie all’associazione culturale IVERCA che questa realtà è stata valorizzata. È ormai anni che viene organizzato un tour: un viaggio nella storia e nell’orgoglio di questa gente e di questo Paese. È un’opportunità di sviluppo ed un progetto, i cui proventi vanno alla comunità stessa. Sempre IVERCA ha favorito la nascita del Mafalala Festival, manifestazione che combina in sé le sue diverse espressioni artistiche – la letteratura, la musica, la gastronomia. Viene ormai replicata ogni anno, attirando persone da tutto il Mozambico e non solo.
Ripensando a tutte le cose che mi ha raccontato Ivan, la nostra guida nonché fondatore dell’associazione, me ne sono rimaste impresse due:
Qui sono nati Eusébio: uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi che a Mafalala ha dato spettacolo; e Maria Mutola, l’atleta pluri-premiata degli 800 metri. Lo sport in qualche modo è stato una forma di riscatto e rinascita sociale. L’altra è una considerazione storica che ho trovato molto interessante, anche se può sconfinare nel gossip. Qui a Mafalala ha vissuto Samora Machel, colui che nel 1975 con l’indipendenza sarebbe diventato il primo presidente mozambicano. Ha sposato Graca. Samora è morto nel 1988 in un incidente aereo, un probabile attentato forse voluto dal governo sudafricano, del quale non si sono mai chiarite le dinamiche e responsabilità. Graca nel 1998 ha sposato Nelson Mandela, divenendo la terza ed ultima moglie del grande leader sudafricano. Graca Machel è stata first lady in ben due paesi africani.
Il nostro tour a Mafalala, il quartiere di Maputo e l’anima del Mozambico si è concluso con una danza molto energica delle donne al cospetto di un pubblico molto partecipe e divertito.