Sudafrica, Kwa Zulu Natal e l’Okavango del Sudafrica

Il Kwa Zulu-Natal non è l’Okavango del Botswana, ma è l’Africa che non ti aspetteresti in Sud Africa.
Tanta natura, acqua e paludi, mare nell’ISimangaliso Wetland Park, attorno all’estuario africano più grande, quello di St Lucia.
Riserve, come Hluhluwe-Imfolozi, bush a perdita d’occhio tra le rotondità delle colline africane, animali, Big Five . La terra degli Zulu, che letteralmente significa paradiso  o garden province.
Ricordo che già nel 2006, alla mia prima volta in Sud Africa, quei posti mi sono rimasti nel cuore e anche il ritorno è stato emozione e calore.
Questo mi viente in mente pensando al Kwa Zulu-Natal.

Oltre alla straordinarietà del Hluhluwe, di cui ho parlato in Roots of Heaven, ho passato delle giornate splendide nelle Eastern e Western Shores.
Ci sono riserve pubbliche all’interno dell’ISimangaliso Wetland Park, che puoi girare con tranquillità con la tua macchina in un ambiente che è stato restituito alla natura selvaggia e gli ettari di parco andranno ancora aumentando nei prossimi anni. Dunque terra  e spazio rubato alle piantagioni. E parlo soprattutto delle Western Shores.
Qui non c’è la pressione del grande turismo, anche se l’area è turistica, proprio vicino a St Lucia; ma probabilmente al momento sono zone che sfuggono al turismo internazionale, essendoci già parecchie altre attrazioni in questo territorio ricchissimo e sorprendente.

Ho incontrato molti sudafricani, stupiti di vedermi lì da quelle parti, da sola, al volante della mia auto e con la mia macchina fotografica. E poi ricordo una grande chiacchierata con un ranger in una zona, che sembrava quasi al confine del mondo: la sua prima domanda è stata Dove è tuo marito? Mi è stato chiesto più di una volta, nel corso del mio viaggio, ma normalmente in maniera molto simpatica e più sull’incuriosito che sullo sdegnato. Il vedere una donna bianca da sola, che guida e chiede informazioni è motivo di sorpresa e suscita una valanga di domande e anche di aiuto, se necessario. Penso ad esempio a tutte le volte che ho perso la strada e ai rangers o passanti comuni che si son fatti in quattro per spiegarmi, per farmi piantine improvvisate su un pezzo di giornale o su un fazzoletto, per dirmi la via più veloce per evitare il traffico o per eludere dei lavori in corso, che modificavano completamente la segnaletica e la geografia dei luoghi.
In Kwa Zulu-Natal era la norma chiedere la strada e fermarmi poi a chiacchierare. Con il gps, e per giunta non aggiornato, sarebbe stato facile perdermi.

Mi sono avventurata poi nelle più note Eastern Shores, sicuramente un posto più popolare, ma di rara bellezza: la spiaggia di Cape Vidal è infatti una magnificenza. Volendo si può fare il bagno: nel 2006, stesso periodo, quindi sempre in inverno, lo feci. Stavolta la giornata era più ventosa e ho optato solo per una passeggiata sulla spiaggia bianca e nel fragore delle onde oceaniche.

Sud Africa Soultravelling

E poi, senza ombra di dubbio sono stata a St Lucia e lì gli ippopotami sono all’ordine del giorno, non c’è che dire, potresti anche incontrarli in Mckenzie Street.

Sud Africa Soultravelling

Ma il vero gioiellino è Kosi Bay. Località a due passi dal confine col Mozambico, sempre sull’Oceano indiano e in una zona paludosa, ricchissima naturalisticamente, per certi versi paragonabile all’Okavango, secondo alcune guide turistiche. Ho visto gli hippo e svariata avifauna.
Io l’ho trovata stupenda: sinceramente però l’Okavango è l’Okavango e per mia esperienza non ha pari. E poi un Okavango senza elefanti chi l’ha mai visto?  Il paradiso non è paradiso senza elefanti.
Ma Kosi Bay, ai confini del Sudafrica e anche un po’ ai confini del mondo, brilla di luce propria e non ha bisogno di alti o altri paragoni, è sé stessa e va bene così…Il giro che ho amato di più è stata la passeggiata del primo giorno, a piedi in solitaria, dal mio lodge al mare, dritto dritto nel cuore del parco naturale.
All’ingresso del parco c’era un casottino dove paghi un permesso giornaliero per entrare,  e così puoi aprire il lucchettone e attraversare il cancello. Lì ricordo un’altra grande chiacchierata, molto divertente, con una sorpresissima impiegata quasi trentenne sudafricana che non si spiegava letteralmente cosa ci facessi in giro, per l’Africa, senza marito e continuava a dire tra sé e sé, con un flusso di pensiero così forte che quasi si sentiva: brave, brave! Coraggiosa, coraggiosa.
Che risate.
Aperto il lucchettone ed oltre il cancello, ho visto questo..!!!
Un’altra escursione splendida è stata una mattina a Kosi Mouth con la mia guida, a bordo di una 4×4 e poi a piedi, giù verso il mare.
Veramente particolari e con una storia a sé da raccontare, sono le Fish Traps, ovvero le trappole per pesci. Si tratta di un metodo molto antico di pescare, tipico nelle società più primitive un po’ di tutto il globo. E’ sicuramente sostenibile o meglio più sostenibile di qualsiasi altro. Ogni famiglia ha la sua gabbia o più d’una. Comunque il meccanismo è piuttosto semplice e basico: il pesce entra nella gabbia e poi non ha più modo di uscirne. Amen

trappola per pesci Kosi Bay

E poi sorpresa, di nuovo l’Oceano Indiano: proseguendo su quella spiaggia in direzione nord, mi spiega la guida, si arriva in Mozambico. Salvo poi capitarti di incrociare qualche soldato dell’esercito, della vicina base militare sudafricana. Dopo una breve colazione vista mare, riprendiamo la strada di casa, passando da un laghetto all’ altro, avvistando qualche scimmietta divertita e cercando, se possibile, di non mettere un piede su pesci pietra eventuali.
Anche  la mia permanenza a Kosy Bay è giunta al termine. È ora di ripartire.

Sud Africa Soultravelling

 

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.