Quando ho avviato Soultravelling, il 26 aprile 2016, sapevo che sarebbe stata una vera impresa ma sapevo che era ciò che volevo, ne avevo disegnato per anni i contorni, avevo conosciuto d’Africa, di guide da safari, di cooperazione internazionale. Era solo ora di mettere gambe al grande progetto.
L’ascesa al Monte Bisoke
Quando nel luglio scorso ho cominciato la salita del Monte Bisoke in Ruanda sapevo che sarebbe stata una grande fatica e avevo messo in conto che potevo non farcela. Arrivare a 3711 mt di altezza non era uno scherzo, partendo la mattina stessa in macchina da circa 1200 mt, poi a piedi da quasi 2700 mt. Ma ho sempre amato le strade in salita, quelle che si arrampicano tra vegetazione straordinaria e diversa ad ogni altezza, ho amato le antilopi sconosciute ai più, che per ben due volte mi si son palesate agli occhi; ho amato la foresta vergine che conosce quell’area di Africa equatoriale.
Lungo la strada ho perso di vista le mie due compagne tedesche, che sembrava non sentissero la fatica. La nostra guida correva come uno stambecco. Davanti a aprire la strada due uomini dell’esercito ruandese con i mitra spianati – a loro dire per proteggerci dai bufali – in mezzo un altro uomo armato; a chiudere il gruppo, dietro di me, altri due uomini dell’esercito del Ruanda. Loro andavano, secondo me, più veloci degli stambecchi.
Quando, a meno di metà strada, ho sentito il cuore battermi all’impazzata, il fiato mancarmi, le gambe non tenermi, la testa scoppiare tra mal di testa e nausea, ho pensato che mi davo ancora qualche metro di prova e forse stavolta era il caso di rientrare. Non sono un’alpina, non scalo montagne in genere, non ho l’obiettivo di raggiungere la vetta a tutti i costi. Non sono come mio padre, lui è proprio così; io no, non sulle montagne vere. L’unica ragione per cui volevo salire lì sul Monte Bisoke era per godere della meraviglia di quella strada, di quegli alberi millenari, di quegli animali così rari e poco noti, dell’opportunità di incontrare un gorilla di montagna. Ero lì per il percorso. Ho pensato che però forse non era la mia strada. Ricordo che i cinque soldati ridevano come pazzi e mi parlavano di località di villeggiatura sul lago, come se fossi una vecchia signora non allenata. Incuranti che potesse essere mal di altura il mio, in fondo avevo un fisico allenato ed era strano vedere che dopo pochi passi di salita, neanche così ripida, dovessi fermarmi a riposare, persino le gambe.
Ricordo che ho visto le nuvole, ho visto il cartello, quello che dice che nuotare nel lago non è permesso e che per andare nella Repubblica democratica del Congo devi avere i documenti. Ho visto il lago quello che dorme nel vulcano spento, proprio sulla cima. Dopo solo quattro ore ho visto la vetta, ho mangiato uno snack e una mela ed ero pronta per ripartire, prima che la nebbia ci nascondesse l’una dall’altra. Ero stupita che le gambe corressero giù in discesa, che il mio corpo fluisse, ero basita di come il mio fisico rispondesse e quasi volasse subito dietro alla guida. Ci abbiamo messo sette ore in tutto, il minimo previsto per salire e scendere.
Soultravelling, la strada e la vetta
Soultravelling a tratti è stato così come sul Bisoke, come quando facevo pochi passi e dovevo fermarmi subito e poi ripartire. La vetta però non è mai stata messa in discussione, il percorso splendido, ancora e più del Bisoke.
Soultravelling è il mio Tour operator per l’Africa meridionale, ti aspetto per portarti in una terra umana primitiva unica. Sono certa che non può che essere amore, amore a prima vista. Ti aspetto.
Ti accompagnerò in Sudafrica, Mozambico e Botswana.
Benvenuto 2019. Buongiorno Africa.