Notizie positive dall’Africa

Sono giorni in cui siamo fin troppo abituati ad ascoltare tante informazioni, a essere investiti dai troppi dati, a sentire il continuo rumore di fondo di parole e di opinioni spesso non competenti ed autorevoli. Non è facile assumere un punto di vista sulla base di dati oggettivi e comprovati, cosa che noi tutti vorremmo. Abbiamo bisogno di placare la nostra necessità di certezza, di trovare dei punti di riferimento, di orientarci in questo nuovo e surreale panorama.

Quello che ripeto a me stessa è che è giusto rinunciare consapevolmente ad avere il controllo su situazioni che non siamo in grado di controllare. Non è una disfatta; è sapere di doverci lasciare andare al flusso di cose più grandi di noi, prendendoci cura con amore di noi stessi, del nostro benessere e delle persone vicine e lontane che sono parte della nostra comunità familiare, affettiva, amicale e sociale.

Notizie dall’Africa

In queste ultime settimane ho letto molti giornali esteri sulla situazione in Africa; ho avuto molti contatti con amici, partner e guide africane. Dal Kenya, dall’Uganda, dal Sudafrica, dalla Namibia, dal Botswana, dal Madagascar. Sono realtà molto diverse, si tratta anche di Stati non democratici, spesso fragili, in cui per esempio non esiste come da noi una sanità, cui tutti possano accedere. Ogni paese ha poi le sue specificità, ma si pone oggi più che mai il problema di un sistema di vita molto diverso dal nostro, soprattutto se riferito a quella popolazione, che vive sotto i livelli di povertà.

Sull’Africa mancano i numeri reali del contagio. Non c’è la mappatura che noi, provenienti da uno dei paesi più industrializzati al mondo abbiamo, pur con innegabili discrepanze. Ma oggi non voglio soffermarmi su numeri che non esistono ancora o su teorie che io non ho le competenze di enunciare. Vorrei parlare di messaggi positivi, di esperienze illuminanti, di notizie dall’Africa che abbiano il potere di darci luce🌞 e colore 🌈. Perché ce le meritiamo, semplicemente.

La caccia agli elefanti del Botswana è stata cancellata

Dunque, siamo in Botswana, dal 2014 il presidente Ian Khama ha chiuso la caccia all’elefante, a tutela di questi grandi mammiferi e nell’interesse del turismo e delle comunità del suo Paese. Questa scelta ha radici economiche sicuramente – il turismo infatti in Botswana è la seconda voce del PIL – ma è stata motivata dalla drastica riduzione degli elefanti. Si stima infatti che ne muoiano uno ogni 15 minuti, per la perdita di habitat, per i cambiamenti climatici e per il bracconaggio ossia la caccia illegale: l’avorio ha infatti ormai un valore altissimo sul mercato asiatico, è infatti tristemente noto come l’oro bianco degli elefanti.

Il neo eletto Presidente Masisi nel 2018 ha però modificato il bando del suo predecessore e ha riaperto la contestatissima campagna di caccia. Da fonti molto accreditate, mi riferisco ad Al Jajazeera, la prima stagione di caccia contro gli elefanti, che doveva tenersi in questo periodo non si terrà per effetto delle limitazioni ai viaggi dovuti alla pandemia in corso.

Lascio a te cogliere questo raggio di sole.💙

Bobi Wine e l’Uganda: il rivoluzionario parlamentare vestito da rocker

L’altra storia che desidero raccontarti è quella di Bobi Wine. Lui è a tutti gli effetti un parlamentare dell’Uganda, l’anno scorso è stato infatti eletto con sorpresa e disappunto del partito di maggioranza. Rappresenta la popolazione povera: lui combatte e resiste per i più deboli, è stato infatti nei mesi passati oggetto di arresto ingiustificato e torture.

Quello qui sotto è un suo video in cui coi ritmi afro che caratterizzano la sua cultura, le sue parole semplici e dirette, invita la gente a considerare il covid-19 come un pericolo reale, non una propaganda degli occidentali. Il suo è un appello all’auto-disciplina dal basso a osservare tutte le norme igieniche e a tutelare se stessi e la propria comunità.

Perché

La cattiva notizia è che ognuno di noi è una potenziale vittima, ma la buona notizia è che ciascuno di noi è una potenziale soluzione.

Chi lo ascolterà, oltre a ballare, troverà anche un riferimento all’Italia!

L’identità è un dono sociale

Chiudo questo post con una celebre riflessione di Umberto Galimberti, che ho ascoltato al Festival della Filosofia 2019.

Non bisogna avere un’ansia di risposte, perché le risposte non sono mai le risposte che salvano le situazioni, bisogna invece incrementare le domande e incominciare per esempio a domandarsi “che cos’è l’identità”, oppure che cos’è l’io?

L’identità non è una dote naturale, noi non nasciamo con un’identità, l’identità ce la danno gli altri. L’identità è un dono sociale.

Sono amletica lo so, questi tempi lo sono. Ti lascio alle tue domande e ti invito a parlarne insieme per trovare un modo di raccontarci tanti possibili modi di guardare il Mondo.

Ti abbraccio!

Chiara

💙 Africa, 🐘Ellies, 🌍World

 

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