Perché l’elefante è in via di estinzione

Perché l’elefante è in via d’estinzione? Questa è una domanda che risuona con insistenza in questi giorni di prese di posizione del Presidente americano Trump proprio sull’argomento. Ma facciamo un passo indietro e un po’ di chiarezza per capire effettivamente cosa sta succedendo a questo grande mammifero.

La guerra dell’avorio

La guerra dell’avorio in alcuni passaggi essenziali:

  1. Già nel 1800 gli elefanti venivano ammazzati per l’avorio delle loro zanne. L’avorio veniva spedito sui mercati asiatici per ridurlo in polvere e preparare una sedicente quanto inutile pozione contro l’impotenza, oltre ad essere utilizzato per sculture ed oggetti di lusso. Ancora oggi continua questa macabra tradizione;
  2. In tempi recenti nel 1989 quando la popolazione degli elefanti risulta decaduta da 1,3 milioni del 1980 a 625 mila, viene emesso un bando internazionale di divieto di commercio dell’avorio;
  3. Il provvedimento che aveva dato oggettivo respiro alla popolazione degli elefanti, viene parzialmente modificato nel 1997 anche sulla spinta di Robert Mugabe, l’appena destituito presiedente dello Zimbabwe, per favorire la vendita dell’avorio degli elefanti morti per cause naturali;
  4. Nel 2007 però per lo stesso motivo viene revocato il bando del 1989 e riaperto completamente il commercio legale dell’avorio in Sudafrica, Namibia, Zimbabwe e Botswana. Questo provvedimento, come era da attendersi, ha dato il via di nuovo anche al commercio illegale e al bracconaggio.

Il costo dell’avorio e il rapido declino della specie

Il costo dell’avorio, secondo Save the Elephant, un’organizzazione non governativa keniana, nel febbraio 2017 è di 730 dollari al chilo, mentre nel 2014 era di 2100 dollari anche per l’annuncio della Cina di imminente trasformazione e chiusura delle fabbriche dell’avorio entro il 2017. Lo vedremo.

Secondo il Great Elephant Census, il numero di elefanti africani presenti in 18 paesi nel 2016 è di 352.271 e sono il 93% del totale. La popolazione è ancora in rapido declino: si stima che il bracconaggio e la perdita dell’habitat abbia causato la perdita di 144 mila esemplari.

Nel settembre 2016 si è tenuta a Johannesburg un incontro di CITES, organismo internazionale che regola proprio il commercio della flora e fauna selvatica: l’Unione Europea per un imbarazzo ingiustificato nei confronti del paese ospitante, ha votato contro l’inserimento degli elefanti tra le specie in vie d’estinzione. Ciò ha fatto sì che gli elefanti rimanessero solo  nella lista delle specie vulnerabili, negandogli così la tutela piena che questo passaggio avrebbe loro garantito.

Consapevolezza e turismo responsabile

È necessaria consapevolezza di questa situazione, un impegno collettivo ed individuale, nel senso di:

  • supportare azioni di conservazione degli elefanti;
  • incidere sulla protezione del loro habitat;
  • non acquistare l’avorio o altri prodotti derivanti dalla fauna selvatica;
  • non supportare o visitare circhi o posti che sfruttino gli elefanti per nostro intrattenimento (anche le passeggiate a dorso di elefante sono tra queste attività)
  • fare una scelta di turismo responsabile.

 

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