Antropocene è il documentario sulla nostra epoca, quella che secondo scienziati e geologi, viene dopo l’Olocene. Quando cioè dopo 4,5 miliardi di vita sulla terra, l’essere umano ha cominciato ad influire e poi a modificare i processi naturali, fino a cambiarli e a renderli anche irreversibili.
L’avorio degli elefanti
Il film si apre davanti alle cataste di zanne di elefante al Nairobi National Park in Kenya, sequestrate ai bracconieri. Vengono meticolosamente contate una ad una, sono 105.000 tonnellate per un equivalente di 10.000 elefanti. Morti.
Le immagini scorrono e sono esteticamente molte belle, catturano lo sguardo, creano emozione: a tratti è come se la bellezza diventasse sinonimo di orrore. Il racconto nel frattempo passa in Siberia nelle miniere a cielo aperto di nichel, poi ai marmi di Carrara, alle miniere di lignite in Germania, alle vasche di evaporazione del litio nel Deserto di Atacama, alla barriera corallina australiana, uno degli ecosistemi più complessi al mondo, con in atto il fenomeno dell’acidificazione. Di nuovo in Kenya, a Dandora, una delle discariche a cielo aperto più grandi al mondo. L’estinzione di molte specie e gli zoo.
Si ritorna alla scena iniziale: viene appiccato il fuoco alle montagne d’avorio.
Oggi il suo prezzo può arrivare a 3000 dollari al chilo e può aumentare sempre di più in forza di una sempre altissima domanda e di un mercato, dove gli elefanti diminuiscono e andranno verso l’estinzione nei prossimi dieci anni. Secondo alcune stime.
Il gesto del Kenya è importante ed è una dichiarazione di guerra al bracconaggio: l‘avorio è degli elefanti e li vogliamo vivi. Il frutto del bracconaggio non può diventare una fonte di ricchezza per un paese, che è stato derubato del suo patrimonio naturale.
Cambiamenti climatici
La vicenda degli elefanti è esemplare ed è uno dei tanti aspetti toccati nel documentario per dimostrare come l’uomo – Antropocene deriva infatti dal greco antropos, cioè uomo – stia modificando i processi naturali, stia provocando in molti casi l’estinzione di specie animali e vegetali, stia sconvolgendo territori e modificando ambienti e dando luogo ai cambiamenti climatici.
È un film per creare consapevolezza su come la vita sulla terra stia cambiando di fronte ai nostri occhi e a tinte forti. Un film denuncia, senza essere catastrofista, che chiede azione perché siamo ancora in tempo a cambiare strada. Perché Antropocene è anche cambiare strada.Il cambiamento è nelle nostre mani.
A Bologna in questo periodo c’è anche un’interessante mostra fotografica, sempre a titolo Antropocene.