E ho vissuto una quantità infinita di cose meravigliose. Anche se con altri l’Africa è stata più clemente, io credo fermamente di essere uno dei suoi figli prediletti. Un gran mondo di poesia mi si è dischiuso quaggiù, e mi ha fatto entrare, e io l’ho amato. Ho guardato i leoni negli occhi e ho dormito sotto la Croce del Sud, ho visto le grandi praterie in fiamme, e le ho viste coperte di sottile erba verde dopo la pioggia, sono stata amica di Somali, Kikuyu e Masai, ho volato sopra le Ngong Hills – “ho colto la più bella rosa della vita, e Freja ne sia ringraziata”.
Lettera dall’Africa – Karen Blixen
Ti racconterò alcuni momenti africani immersivi per ispirarti, farti sognare, darti pace.
In compagnia degli elefanti
Qui sotto le mie ultime immagini d’Africa, che risalgano a settembre 2019. Ero al Parco Nazionale di Tsavo est in Kenya, dove Karen Blixen ha fatto il suo primo safari in compagnia di Denys Finch Hatton ( in La mia Africa).
Credo di aver trascorso un’ora con questo branco di elefanti, che si stava godendo la siesta mattutina. Ho scattato tantissime foto e siccome non c’era nessun altro, gli elefanti erano piuttosto tranquilli e disinibiti. Una giovane lei, intelligente e magnetica, si è messa in posa e si è avvicinata alla jeep: si è creata una forte connessione tra il suo sguardo e il mio. L’attimo è durato un’ora e è stato un momento memorabile, che conservo nel cuore. Uno di quelli di cui mi nutro, quando ho bisogno di ritrovare una centratura nella bellezza, nella natura, nel rapporto unico che si può instaurare con un animale selvatico.
In una foresta vergine
È liberatorio pensare e ispirarmi alle piante. Mi tornano in mente le foreste vergini del Ruanda.
E so che questa mio senso di libertà, quest’apertura all’universo, che solo le piante sanno dare, ha un fondamento scientifico. Stefano Mancuso, neurobiologo di fama internazionale, in La Nazione delle piante afferma:
La Nazione delle Piante è l’unica , vera ed eterna potenza planetaria. Senza le piante, gli animali non esisterebbero: la vita stessa sul pianeta, forse, non esisterebbe e, qualora esistesse, sarebbe qualcosa di terribilmente diverso.
Le piante sono organismi molto intelligenti, esistono sulla Terra da più tempo dell’uomo, sono in grado di memorizzare e comunicare tra loro. Non l’avrei mai pensato, ma leggere questo libro e andare l’anno scorso alla mostra alla Triennale di architettura di Milano mi ha dato il senso di quanto ignoriamo, a livello razionale, tanti meccanismi naturali, anche millenari, per mera miopia e antropocentrismo. Nonostante invece, se abbiamo un po’ di consapevolezza di noi, proviamo tutti i giorni e sentiamo quanto il verde abbia effetti positivi sul nostro umore e sul corpo. Le piante sono creature dalle quali possiamo imparare molto, sia come singoli che come collettività.
Coi lemuri in Madagascar
E se dico piante, penso anche al Madagascar, a Andisabe, dove c’è una foresta primaria unica al Mondo, senza la quale i lemuri indri indri non potrebbero sopravvivere. Loro, i progenitori della scimmia e dell’uomo, hanno una comunicazione molto evoluta che gli scienziati hanno decifrato solo in parte.
Perché non ci provi tu?
Questi richiami hanno un ché di primitivo e atavico; sono come un’eco della nostra storia e di noi. La nostra relazione con il Pianeta, con gli alberi, con gli animali è ciò che ci definisce e ultimamente ho bisogno di ritornare a queste meraviglie; lo sguardo e la prospettiva devovo poter rifugiare in quei momenti di pace, di pienezza, di connessione totale con la Natura. E l’Africa, il Mondo dall’altra parte del Mondo, per me è uno sfogo, una speranza, il futuro.
Forse anche tu ti senti così, hai bisogno di respirare, di perderti in spazi sconfinati e aperti, di non pensare per trovare casualmente un focus che ti dia l’opportunità di sentirti tu, eppure altro; per cancellare i rumori di fondo e trovare una dimensione diversa, spostare l’attenzione da ciò che avviene fuori a ciò che avviene dentro; prendersi cura di sé con amore e tolleranza, accogliersi e vivere al meglio questo periodo straordinario e difficile della storia individuale e dell’umanità.
Spero che i tuoi sensi si siano persi nel verde del Ruanda e del Madagascar, tra i richiami dei lemuri, al cospetto della giovane elefantessa.
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